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Il segmento testuale Poligono del Martinetto è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 221

Brano: [...]onsulente del C.M.R.P., Balbis chiese di prenderne il posto perché era « il più pericoloso »: gli furono affidate funzioni di controspionaggio e di collegamento. Catturato nel Duomo di Torino il 31.3.1944, insieme agli altri membri del C.M.R.P., processato, tenne contegno fiero, nobilissimo. Al presidente che gli chiedeva come mai non avesse aderito alla repubblica fascista, rispondeva: « Ho sempre camminato sulla linea dell’onore ». Fucilato al Poligono del Martinetto il 5.4.1944. Dinanzi al plotone di esecuzione, sorridendo, chiese di firmare la propria cassa perché il babbo non faticasse a trovarla. È stato decorato di medaglia d’oro al valor militare alla memoria

« Babbo, arrivederci, ti stringo a me nel virile abbraccio degli uomini forti e chiedo la tua benedizione; — scriveva poche ore prima che la mitraglia lo falciasse, — non avrei mai creduto che fosse così facile morire. Davanti alla mia ultima ora mi sento sereno e tranquillo e se sul mio ciglio brilla una lacrima è perché penso allo strazio dei Miei. È questa la tragedia mia nel presentarmi [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 546

Brano: [...]tta consigliere pro

vinciale nella consultazione elettorale del 25.7.1951, venne riconfermato presidente della Giunta provinciale e tale carica mantenne fino alla morte.

Cibrario, Bruno

N. a Torino il 26.8.1923, ivi fucilato il 22.1.1944; disegnatore. Dopo i’8.

9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, partigiano combattente nelle file della 9a Brigata S.A.P.. Catturato il 16.1.1944 a Torino, venne fucilato una settimana dopo al Poligono del Martinetto, con il comandante partigiano Pedro Ferreira e altri 9 patrioti.

Nell’ultima sua lettera, indirizzata alla fidanzata il 22.1.1944, scrisse: « Ho agito in piena coscienza di ciò che mi aspettava. Il tuo ricordo è stato per me di grande conforto in questi terribili giorni. Non hanno avuto la soddisfazione di vedere un attihio di debolezza da parte mia. Non mi sarei mai immaginato di scrivere la prima lettera ad una ragazza in queste condizioni. Perché tu sei la prima ragazza che abbia detto qualche cosa al mio cuore ».

Cicalini, Antonio

N. a Imola (Bologna) il 13.12.1902; insegnante el[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 612

Brano: [...]posto del generale che era padre di famiglia.

Il 3 aprile il tribunale emanò la sentenza: condanna a morte per Perotti, Braccìni, Balbis, Biglieri, Giachino, Montano, Giambone, Bevilacqua; ergastolo per Leporati, Geuna, Giraudo e Cariando; 2 anni di reclusione a Brosio; assolti per insufficienza di prove Fusi e Chignoli. La sentenza fu accolta dal grido di « Viva l’Italia! », lanciato per primo dal generale Perotti. All’alba del 5 aprile, nel Poligono del Martinetto, gli otto condannati a morte subirono il supplizio. Caddero gridando « Viva l’Italia libera! ».

La notte precedente l’esecuzione ciascuno dei condannati aveva indirizzato ai congiunti lettere d’addio che rimangono fra i documenti più nobili della storia d’Italia. Nel loro sacrificio si esprimeva simbolicamente anche il carattere unitario della Resistenza: accanto ai militari Perotti e Balbis caddero l'operaio meccanico Giambone e il mosaicista Bevilacqua, gli impiegati Giachino e Montano, il bibliotecario Biglieri, il docente universitario Braccini (si vedano le rispettive voci).

Il nuo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 35

Brano: [...]quelle formazioni partigiane.

Catturato dai carabinieri e consegnato ai tedeschi, riuscì a evadere a Verona, mentre stava per essere deportato in Germania.

Ripreso e internato nel campo di Bolzano, nel 1944 tentò nuovamente la fuga; ebbe successo, raggiunse Milano e di lì Torino, ove si aggregò alla 6a Brigata S.A.P..

Il 15.2.1945 fu catturato per la terza volta e deferito al Tribunale speciale che lo condannò a morte. Venne fucilato al Poligono del Martinetto assieme ad Alessandro Teagno.

De Bonof Emilio

N. a Cassano d’Adda (Milano) nel 1866, fucilato dai fascisti a Verona l’11.1.1944; gerarca fascista. Generale deH'esercito, aN’indomani della marcia su Roma, alla quale aveva contribuito capeggiando una delle colonne dirette alla Capitale e come membro del « quadrumvirato » (con Italo Balbo, Cesare Maria De Vecchi e Michele Bianchi), fu nominato da Benito Mussolini direttore generale della Pubblica sicurezza. Di tale posizione si servì, oltre che per fascistizzare i ranghi della polizia e coprire le illegalità commesse dagli squadristi, per [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 152

Brano: [...]la Guerra di liberazione. Nel marzo 1944, al comando di un distaccamento G.L., sostenne nelle valli di Lanzo — a Chialamberto (Torino) — uno scontro con un reparto tedesco che fu costretto alla fuga. Nel maggio si trasferì, con Pedro Ferreira, in Valle d’Aosta e nell’ottobre partecipò ai combattimenti nella zona di Cervinia.

Il 17.1.1945 fu catturato a Torino durante una riunione clandestina e processato. Condannato a morte, venne fucilato al Poligono del Martinetto assieme a Ferreira, Bruno Cibrario e altri otto partigiani.

In una lettera che riuscì a inviare ai compagni del Partito d’Azione, poche ore prima di essere fucilato, Duo scrisse: «[...] il

mio ultimo desiderio che vi esprimo è di farvi coraggio e di non piangere; se voi mi vedeste in questo momento sembra che io vada ad uno sposalizio, dunque su coraggio, combattete per una idea sola, Italia Libera. Ricordate che io non muoio da delinquente ma da Patriota e io muoio per la Patria e per il benessere di tutti, dunque chi si sente continui la mia lotta, la lotta per la comunità ».

Duran[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 317

Brano: [...]u liberato grazie a uno scambio di prigionieri e potè riprendere il posto di combattimento. Ma in seguito a un tranello tesogli da un provocatore con la lusinga di consegnargli una forte somma di denaro destinata a finanziare la lotta partigiana, il

31.12.1944, a Milano, cadde nuovamente nelle mani del nemico. Tradotto a Torino, il 22.1.1945 fu processato dal Tribunale Go.Gu. (v.) e condannato a morte. La sentenza venne eseguita l’indomani al Poligono del Martinetto. Assieme a lui vennero fucilati i patrioti: Orazio Barbero, Bruno Cibrario, Dino Del Col, Amerigo Duo, Enrico Martino, Ulisse Medi, Luigi Migliavacca, Giovanni Moncalero e Battista Zumaglion.

In una lettera destinata ai compagni del Partito d’Azione, poco prima di morire Ferreira scrisse: « Carissimi, come avrete saputo, ieri sera è terminato il processo a mio carico del tribunale straordinario di guerra repubblicano di Torino [...]. Domattina all’alba verrò fucilato. Terminerà così la mia breve (sono nato il 3 agosto 1921), ma intensissima esistenza, il cui ultimo periodo, dalI’8 settembr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 551

Brano: [...]le piemontese (v.), diede un grande contributo a creare la rete organizzativa militare in città.

Il 31.3.1944 fu catturato con gli altri membri del Comitato militare dalla polizia fascista. Gravemente compromesso dai documenti che portava addosso, seppe affrontare con coraggio gli interrogatori e il processo, rivendicando la sua fede comunista. Condannato alla pena di morte con altri 7 membri del Comitato, la notte prima di essere fucilato al Poligono del Martinetto, scrisse alla moglie Luisa e alla figlia Gisella due lettere che rimangono tra i documenti più elevati della Resistenza.

B.Sa.

Bibliografia: Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, Torino, 1952.

Giambone, Vitale

N. a Camagna Monferrato (Torino) nel 1894, m. in Spagna il 15.6.1937.

Fratello di Eusebio (v.) e anch’egli operaio metallurgico, partecipò alle lotte torinesi del primo dopoguerra. Comunista, perseguitato dai fascisti e dalla polizia, nell’impossibilità di trovare lavoro a Torino emigrò insieme al fratello a Lione (Francia).

Nel 1937 accorse volontar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 516

Brano: [...]promessi fra gli arrestati (in Duomo e in una precedente retata) vennero condannati a morte.

Durante il dibattimento, Perotti si assunse piena responsabilità delle azioni compiute dagli ufficiali del Comitato. All’annuncio della sentenza, comandò: « Signori Ufficiali, attenti: Viva l’Italia! ». Trascorse poi l’ultima notte vergando una serena lettera alla moglie.

All’alba del 5 aprile, schierato con gli altri condannati davanti al muro del Poligono del Martinetto (v.), un istante prima che il plotone d’esecuzione aprisse il fuoco, gridò coi compagni: « Viva l’Italia libera* ».

Perretta, Pietro Amato

N. a Laurenzana (Potenza) il 24.2.

1885, m. a Milano il 15.11.1944; magistrato.

Figlio di un garibaldino, dopo essersi laureato in Legge a Napoli, nel 1908 fu uditore giudiziario presso la Corte d’appello di Napoli e successivamente giudice aggiunto presso la Procura. Nel 1913 fu assegnato quale pretore a Locorotondo (Bari). Nel 1915 fu nominato pretore di Conselve (Padova). Intanto era entrato a far parte del Consiglio centrale dell’Assoeiazio[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Poligono del Martinetto, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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